
Il celebre regista e produttore di documentari Antonio Campos prova ad entrare nella giungla dei film sul grande schermo con una pellicola molto particolare.
Afterschool racconta la storia di uno studente (Robert) che frequenta una prestigiosa scuola del New England (Brighton).
L'adolescente si presenta subito come un ragazzo molto chiuso e introverso, con una passione sfrenata per tutti quei video presenti su internet che filmano scene di vita, tra le più spassose alle più drammatiche.
Un giorno Robert ha la sfortuna di trovarsi di fronte alla morte di due sue compagne di corso, decedute a fonte dell'assunzione di cocaina tagliata con veleno per topi.
Il film cerca di documentare come un qualsiasi adolescente possa trovarsi indifferente di fronte alle molteplici immagini disponibili su internet, ma come molti altri possano essere turbati o inconsciamente toccati da queste ultime.
Il film racconta anche l'omertà da parte del personale dell'istituto, i quali non fanno niente per impedire la morte delle ragazze, di fronte allo scandalo che ne scaturirebbe davanti alla potenza economica dei genitori.
I contenuti descritti potranno sembrare sostanziosi e ricchi ma durante la visione non possiamo non avvertire un senso di noia e frustazione per l'ecessiva lentezza delle immagini.
Ci troviamo di fronte a scene infinite dove non viene raccontato niente o quello che ci viene narrato non ha la benchè minima importanza ai fini della trama.
Ci dispiace dirlo, ma dato le premesse e i favori della critica ci aspettavamo di vedere ben altro film.
Nessun commento:
Posta un commento